Michela Andreozzi: «Miki balla da sola e sconfigge le sue paure su TikTok»

Io, segretamente, da un po’, TikTokko. Nel senso che vado a sbirciare cosa posta la gente su TikTok, il nuovo social network. “Nuovo” per me: per mia nipote Miki che ha 11 anni è già roba da Boomer – che tecnicamente sarebbero i nati tra gli anni ’40 e ’60, ma praticamente, per quelli della generazione Alpha, come mia nipote, sono tutti quelli maggiori di 14 anni.

E ho scoperto che su TikTok, di base, si balla.

 

 

 

Ballano tutti. Sempre. Anche quando si truccano, cucinano, fanno le coccole al cane. In effetti ballano pure i cani. Come nei musical, che c’è quel momento in cui i personaggi si stanno lavando i denti e tu pensi che se ne andranno a letto e invece 5,6,7,8… si mettono a ballare, spazzolini in mano, e tu hai bisogno di tutta la sospensione dell’incredulità per seguire la trama. Insomma, i TikTokers fanno tutto quello che si fa nella vita, ma lo fanno ballando. Sarà stata la reclusione forzata, la nostalgia della pista, il desiderio di buttarla in caciara, come si dice dalle mie parti, o l’esprit de jeunesse a cui ci aggrappiamo tutti senza ritegno? Mi sono chiesta perché mai, spoiler, ancora non l’ho capito. E la cosa che mi stupisce di più è che lo fanno tutti. Gli Alpha comunicano ballando, i Gen Z ballando protestano, la mia Generazione X si promuove, i Boomers cucinano, i Silent (che è la generazione ancora precedente) ballano con i nipoti. E io li sbircio segretamente, divisa tra stupore e giudizio. Finché qualche giorno fa mia nipote Miki (che si chiama proprio così perché è per metà giapponese) mi dice che a scuola qualcuno la tratta male. Forse perché è bellissima e unica, come riescono ad esserlo solo certi cocktail di dna che si incontrano, e questo a qualche undicenne cresciuto nell’ignoranza non va giù. Allora mi chiede di aiutarla a fare un TikTok per rispondere a questi rimbecilli-teen. E così la filmo mentre ovviamente balla, e poi la guardo mentre monta il suo TikTok riempiendolo di frasi sovrimpresse, che sono tutte le cose brutte che le hanno detto, e che viste così sembrano fumetti, e infine conclude dicendo “Io non sarò mai come voi”. Una bambina, o poco più, che ad insulto risponde “no grazie”, ballando. Miki balla sugli insulti, l’ignoranza, sul dispiacere e l’ingiustizia, balla sul mondo come cantava un altro Boomer, perché “o balliamo o saremo perduti” diceva Pina Bausch. E penso improvvisamente che ha ragione, perché ballando non si può odiare. Miki balla da sola sulle sue paure e vince. E TikTok mi sembra già un posto meno ridicolo. Miki continua a ballare e io capisco che è ora di imparare qualche passo. *Attrice e regista

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