Sempre, comunque e dovunque. Del denim non si può fare a meno. E anche il futuro sembra arridergli come non mai. Guardare, ad esempio, all’ultima passerella di Celine: il direttore creativo Hedi Slimane ha incentrato buona parte dei look del prossimo inverno su pantaloni jeans dritti e a vita alta. A rivalutare, anzi, a innalzare il cinquetasche al livello della haute couture ci aveva già pensato Pierpaolo Piccioli da Valentino con un esclusivo paio di jeans che sono la riformulazione del 517 boot cut della Levi’s 1969, che il direttore creativo della maison indossava da ragazzo e che erano andati fuori produzione. A fine mese si potrà scegliere tra i Levi’s Vintage 517 (1969), ovvero pezzi originali e intatti risalenti agli anni Settanta, in pochi, numerati esemplari, o i Levi’s Re-Edition 517, che sono, appunto, una rielaborazione del capo del passato. Il modello, in ogni caso, è una base di uguaglianza da cui far partire il resto del guardaroba. Si può scegliere di abbinarlo a una blusa impalpabile, che sa di alta moda e nelle stesse sfumature della carnagione, oppure con una giacca assertiva o, ancora, a una felpa e, poi, scambiarsi i capi col proprio fidanzato. Il jeans offre tutte queste libertà, ma il nuovo trend nasconde anche qualche regola. Sicuramente, in particolare con la bella stagione e con un look più ricercato, è preferibile lasciare da parte le sneaker. Sono sempre un baricentro importante del guardaroba, ma si può ogni tanto giocare con un paio di slingback basse, quasi rasoterra, perché il jeans con lo stiletto è meglio lasciarlo agli anni Ottanta. Il total look è ammesso e consigliato, ma meglio evitare più tonalità e giocare sullo stesso lavaggio per ogni capo in denim che si mette addosso. Ancora più importante: occhio alla silhouette.
LE LINEE
La vita bassa sembra a un passo dal ritorno, ma nell’attesa meglio rivolgere la propria attenzione a qualche centimetro di stoffa in più dalle parti dell’ombelico. Peraltro, è uno stratagemma che allunga le gambe e rende più slanciata la figura. Ovvero: un aiuto gradito più o meno a tutte. Inoltre, meglio evitare i modelli skinny. Secondo un’attenta ricerca del quotidiano americano The Guardian i jeans aderenti sarebbero tra i segnali inequivocabili che caratterizzano il modo di essere e vestire di chi non è più tanto giovane. Quindi, per non vanificare beauty routine costose e attente per tenere lontani segni d’espressione, via con silhouette un po’ più larghe, più comode e che, va detto, vestono anche meglio. Un altro must da non farsi scappare è la camicia di jeans. Va praticamente con tutto e se non se ne ha nemmeno una nel proprio armadio è preferibile scegliere un modello classico, come quello di Max&co, dal taglio rigoroso, ma che accompagni il fisico, Altrimenti, via libera alla fantasia, magari optando per le proposte con maniche a sbuffo o con volant, che donano l’effetto ottico di una vita più stretta e rendono più romantico il denim. Quando indossarla? Sempre: oltre che tono su tono, sa sbizzarrirsi con gonne fantasia, a matita o a corolla non importa. Ma ha un suo perché anche con pantaloni eleganti a vita alta. Ovvero: dà nuova vita al look serio da ufficio e sta bene con ogni incarnato soprattutto nella versione délavé. Per chi vuole cominciare la liaison col denim a piccoli passi o, magari, un po’ fuori dai soliti schemi l’approccio con gli accessori è il migliore. La cintura di Dolce&Gabbana porta l’incoronazione dalla testa al punto vita grazie a una fibbia gioiello che rappresenta un cuore sacro, che di questi tempi può funzionare anche come un emblema scaramantico, oltre che come delizioso punto luce. Saint Laurent fa campeggiare il suo famoso monogram sul denim nella borsa con patta che sta bene con tutto, proprio come i jeans, mentre Gucci, forte del potere di questo tessuto sempreverde, ha creato la linea GG Denim. Due gli ingredienti: jeans organico e il logo della doppia G all over. Campeggia anche sui sandali bassi, da calzare a inizio estate e da portare spensieratamente fino a fine settembre.
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