Dici armocromia e si apre un mondo. Alle addette ai lavori invece appare lei, la palette, il set di “colori amici”, quelli in grado di fare da cassa di risonanza al nostro modo di essere e ai nostri colori (pelle, capelli, occhi). A cosa serve conoscere la propria palette? Non è l’ennesimo diktat sull’immagine (sbaglia chi lo interpreta come percorso obbligato), ma serve a comprare in modo meno compulsivo, a chi odia girare a vuoto facendo shopping, ad avere pochi capi ma buoni e tutti ad altissimo grado di abbinabilità, a far risaltare le proprie caratteristiche con effetti illuminanti e leviganti. Su cosa si basa? Sullo studio delle caratteristiche cromatiche di una persona per poi riprodurle nel suo abbigliamento.
LA STORIA
Quella dei colori è una storia che viene da lontanissimo che comincia con la fortuna di certe tinte storiche (il blu egizio, il porpora dei Fenici, il nero di China), si fissa dentro schemi ideologici e religiosi (l’azzurro e l’oro in campo cavalleresco e il verde dell’islam) e sfiora l’ambiguità feroce dell’assenza: il bianco di Moby Dick. Ha le sue basi scientifiche con Newton (1730), avanza con i colori soggettivi di Goethe (1792), e arriva a Itten (1961), professore al Bauhaus che parla di colori psicologici. Il pittore Paul Klee diceva che il colore è il luogo dove s’incontrano il nostro cervello e l’universo. L’armocromia come tecnica fa capolino al cinema nei primi film girati in technicolor quando le dive diventano anche icone di stile. Carol Jackson (1980) ne parla per prima al grande pubblico codificando con esattezza le caratteristiche dei 4 gruppi cromatici alla base del metodo stagionale di analisi del colore. Deliziosa la descrizione in chiave armocromatica delle eroine Disney che fa Rossella Migliaccio nel suo libro sull’armocromia (Biancaneve è un inverno, Pocahontas è la donna autunno, Ariel la Sirenetta è una primavera, Cenerentola è un’estate). Ma come funziona l’armocromia? Si parte dall’analisi del sottotono, lo strato più profondo dell’epidermide, la cui colorazione è la risultante di carotene, melanina ed emoglobina. Una brava analista del colore attraverso la tecnica del “draping”, appoggiando cioè sotto al viso determinate stoffe colorate, cerca di individuarne la temperatura calda o fredda. Cosa significa? Le cosiddette pelli a temperatura fredda si armonizzeranno meglio con colori a base blu (fucsia, magenta, verde smeraldo, argento), mentre le pelli con sottotono caldo si illumineranno a contatto con colori a base gialla (arancione, rosso pomodoro, verde oliva, oro). Dopodiché potremo dire se la persona analizzata farà parte di una stagione armocromatica calda (autunno o primavera) o una stagione fredda (estate o Inverno). Poi si studia il valore, che è il grado di chiarezza o profondità dei colori di pelle, occhi e capelli; per farlo si eseguono ulteriori prove con i drappi e si avvicina una scala di grigi al viso. Oltre ad indirizzarci verso la scelta di una stagione chiara (estate o primavera) o di una stagione scura (inverno o autunno), il rapporto di valore tra pelle, occhi e capelli ci suggerisce anche il livello ottimale di contrasto di colori da riprodurre nel proprio look.
LA CONSULENZA
L’ultimo passaggio è l’analisi del croma, ovvero il grado di brillantezza dei colori della persona. A questo punto dell’analisi scaturisce una precisa palette di riferimento. Il segreto per chi entra in questo mondo è sapersi guardare allo specchio e «onorare la propria unicità» come dice Alessandra Ambrosini, personal stylist e consulente del colore presso Shape Your Style. Perché non è vero che il nero va su tutto e tutti, che l’abbronzatura ci rende sempre migliori. Il miglior colore al mondo è quello che sta bene su di noi, Chanel docet.
Colori, forme e carattere: l'alchimia che fa lo stile
La primavera: verde prato e azzurro cielo
Stagione calda dai colori luminosi e brillanti come quelli dei fiori e delle gemme che sbocciano. Verde prato, giallo narciso, rosso corallo, verde acqua, azzurro cielo, beige dorato. Julie Andrews è una è primavera brillante: porta colori molto accesi senza esserne sovrastata. Nicole Kidman e il principe Harry sono primavere assolute, non reggono colori freddi. Chiara Ferragni è una primavera chiara viene danneggiata da colori spenti e scuri.
L'estate: lilla, rosa e grigio
Stagione cromatica fredda dai colori chiari, soft come quelli dei paesaggi estivi: tinte delicate come rosa orchidea, lilla, malva, azzurro polvere, grigio perla, verde giada. Bianca Balti è un’estate assoluta: temperatura della pelle molto fredda, soffre le tinte calde vicine al viso. Leonardo di Caprio è un’ estate soft, con colori addizionati al grigio. Cate Blanchett è un’estate chiara: rifugge da qualsiasi colore scuro che la sovrasterebbe.
L'autunno: senape, arancio e rosso
Stagione calda che si rifa a una luce più bassa, velata di ombre, come le foglie cadute degli alberi. Senape, ruggine, arancio zucca, rosso terra di Siena, verde oliva, ottanio. Vanessa Incontrada è un autunno assoluto: porta bene i colori dei boschi autunnali fiammanti. Kate Moss e David Beckam sono autunni soft, reggono un contrasto medio-basso, marrone e verde marcio. Marcello Mastroianni è un autunno profondo, porta benissimo il marrone caffé.
L'inverno: nero, bianco e blu
Stagione fredda: luce abbacinante e contrasti taglienti come l’effetto delle bacche rosse e dei sempreverdi su un paesaggio innevato. I suoi colori sono nero, bianco, verde smeraldo, fucsia, blu elettrico. Megan Fox è un inverno brillante: occhi gioiello e può reggere contrasti altissimi (anche i colori fluo). Audrey Tatou è un inverno assoluto: indossa il bianco e il nero. Monica Bellucci è un inverno profondo: porta benissimo il rosso vino e il verde foresta.