La vita è un viaggio ininterrotto. Specialmente per chi fa l’attore. «Il nostro mestiere», spiega Anna Ferzetti, «ci porta in mille luoghi diversi. Non solo fisicamente, soprattutto con la testa: recitare significa intraprendere una serie di percorsi alla scoperta dei nostri personaggi e delle loro vite».
E uno di questi percorsi ha portato l’attrice romana quarantenne, costantemente divisa tra cinema, teatro, tv e abbonata a lunghi viaggi di piacere con la famiglia (il compagno Pierfrancesco Favino detto Picchio, le figlie Greta e Lea), sul set di I peggiori giorni, la corrosiva commedia a episodi diretta da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno (in sala il 14 agosto). Nella storia intitolata Ferragosto, Anna interpreta in coppia con Neri Marcorè la mamma di un’adolescente, portata sullo schermo con grinta e sensibilità da sua figlia Greta Favino, 17 anni, vittima di un atto inqualificabile: mentre dormiva sulla spiaggia, è stata protagonista a sua insaputa di un video osceno poi diffuso dagli amici sulla rete. Un tema forte, terribilmente attuale oggi che abusi sessuali e casi di revenge porn riempiono le cronache.
Come ha reagito sua figlia al soggetto del film?
«Non ha provato uno choc, sa che queste cose esistono e bisogna difendersi. Se ne parla a scuola, abbiamo affrontato l’argomento in famiglia. Greta appartiene a una generazione incredibilmente matura e consapevole, io alla sua età non ero così. È come se la pandemia avesse accelerato la crescita dei nostri ragazzi».
Lei cosa ha trovato di interessante nel film?
«I peggiori giorni è un amaro viaggio nella società contemporanea. Denuncia l’egocentrismo degli adulti: nel momento in cui i genitori della ragazzina si confrontano con la madre e il padre (interpretati rispettivamente da Claudia Pandolfi e Ricky Memphis, ndr) degli autori del video, ognuno pensa ad affermare le proprie ragioni. Nessuno ascolta la voce della vittima».
E nella vita, lei è una madre in ascolto?
«Sempre. Ma il dialogo non presuppone la parità di ruoli: sono una mamma vecchio stile, credo nell’educazione e nel rispetto. Tra genitori e figli è necessaria la giusta distanza».
È mai partita per un viaggio da sola con Greta?
«No, ci spostiamo sempre tutti insieme, siamo abituati a condividere. Non soltanto in vacanza: le ragazze ci seguono anche nel lavoro, ad esempio mi hanno raggiunto durante la lunga tournée dello spettacolo Perfetti sconosciuti».
C’è nella sua vita un viaggio che ha lasciato il segno?
«Più di uno. Penso alle due volte che ho accompagnato in treno papà (il grande, indimenticabile attore Gabriele Ferzetti, ndr) che non amava l’aereo. Eravamo solo io e lui, è stato bellissimo. E mi torna in mente il primo viaggio che 20 anni fa feci con Picchio».
E come andò?
«Stavamo insieme da poco e ci spingemmo fino in Vietnam e Thailandia con lo zaino in spalla. Lui era abituato a questo tipo di avventure, io un po’ meno. Quel viaggio sarebbe stato il banco di prova del nostro rapporto. Andò bene e ancora oggi lo ricordiamo con piacere».
E come attrice che viaggio ama ricordare?
«Quello affrontato con il collega Luigi Diberti nel 2017 nel film Cercando Camille di Bindu De Stoppani. Noi due, nel ruolo di padre e figlia, abbiamo recitato tutto il tempo a bordo di un camper. Lui aveva appena perso la moglie, io avevo perso papà. Tra noi è nata un’amicizia incrollabile».
Il cinema ha imparato a dare più spazio alle donne?
«Le cose si stanno evolvendo, iniziano ad esserci più ruoli femminili di rilievo ma c’è ancora tanta strada da fare. E noi, con l’associazione di attori Unita, continuiamo a batterci per il cambiamento».
Anche lei, come molte attrici, è tentata di passare alla regia?
«No. Il mio carattere deciso mi permetterebbe di gestire una troupe. Ma per il momento amo essere diretta. Mi interesserebbe, semmai, portare in scena come attrice dei progetti ideati da me».
Oltre a Greta anche sua figlia Lea, 11 anni, ha già recitato nel film Padrenostro. Cosa insegna alle ragazze?
«Da Picchio e me, genitori esigentissimi che non si accontentano mai, le figlie hanno già capito che il nostro è un mestiere duro, mai basato sull’improvvisazione. Richiede studio e sacrificio anche se i social portano a fraintenderne l’essenza, prospettando il successo facile. Se saranno sicure di voler continuare dovranno impegnarsi seriamente. Nel frattempo Lea è diventata bravissima in cucina, ha imparato dal padre».
E lei, Anna, che progetti ha?
«Due serie: Avetrana (per Disney+) in cui ho il ruolo di una giornalista incaricata di seguire l’omicidio di Sarah Scazzi, e il thriller per Sky Un’estate fa. Per il cinema ho girato Best Friends Forever, una commedia “nera” di Alessandro Pavanelli e Andrea Fazzini in cui Ambra e io, single quarantenni, ci divertiamo a distruggere il maschio alfa Massimo Poggio».
I maschi alfa vanno distrutti?
«Bisogna almeno ridimensionarli. E Ambra e io, di nuovo felicemente in coppia dopo la serie Le fate ignoranti, ci siamo divertite tanto».