Il Giappone è pronto a infrangere un tabù che resiste dal 1762, anno dell’ascesa al trono dell’ultima imperatrice regnante, Go-Sakuramachi, e addirittura quello, millenario, dell’obbligo della successione patrilineare? Negli ultimi tempi la discussione sul futuro del trono del crisantemo ha subìto un’accelerazione e il governo di Tokyo – dopo aver consultato un gruppo di specialisti e accademici – potrebbe pronunciarsi in merito già in autunno. I riflettori sono puntati sulla diciannovenne principessa Aiko, figlia dell’imperatore Naruhito e di sua moglie Masako, che il sessantunenne monarca e molti giapponesi vorrebbero fosse inserita nella linea di successione, ripercorrendo la strada di “colleghe” occidentali come la diciottenne Caterina Amalia di Orange Nassau, erede al trono d’Olanda, e la quindicenne Leonor di Borbone, alla quale spetterà il trono di Spagna, quando morirà o abdicherà suo padre Filippo VI.
IL PERCORSO
Aiko è iscritta al secondo anno del corso di laurea in Letteratura giapponese dell’Università Gakushuin di Tokyo. I media nazionali informano con dovizia di particolari i cittadini sul suo cursus honorum: «Nel suo sedicesimo compleanno la principessa racconta che ama la scuola e come sta elevando la sua statura imperiale», «La Principessa Aiko si è iscritta a una summer school a Londra (all’esclusivo college di Eton, ndr)», «La principessa compie 19 anni e segue i corsi universitari online a causa della pandemia», e così via. Aiko fu concepita da Naruhito e Masako dopo otto anni di tentativi e un aborto spontaneo. Il suo nome significa “figlia dell’amore” e ha anche un secondo nome, Toshi, che vuol dire “persona che rispetta il prossimo”. Da quel poco che trapela dalla riservatezza che protegge i reali nipponici, sappiamo che Aiko suona il pianoforte e il violino, compone poesie ed è appassionata di calligrafia. È sportiva e adora il sumo. Qualche anno fa apparve in pubblico mentre visitava, assieme ai genitori, la mostra “Botticelli and His Time”, allestita dal Metropolitan Art Museum di Tokyo per celebrare i 150 anni delle relazioni diplomatiche Giappone-Italia. Ai cittadini nipponici Aiko è simpatica, a differenza di due dei possibili eredi: il principe Akishino, le cui “colpe” sembrano ricadere anche su suo figlio, il principe Hisahito. Akishino non è particolarmente amato dai giapponesi. Ha violato il protocollo imperiale parlando apertamente con i giornalisti del fidanzamento della figlia Mako con Kei Komuro, un semplice studente di giurisprudenza, ed è sospettato di nutrire una forte antipatia per Narhuito e Masako. La più antica monarchia del pianeta ha affidato otto volte lo scettro del comando a un’imperatrice, l’ultima nel XVIII secolo. Dei sette membri della famiglia reale che hanno meno di quarant’anni, sei sono donne, ma la norma introdotta nell’Ottocento – e confermata nella Legge sulla famiglia imperiale imposta dagli Stati Uniti dopo la resa del Giappone alla fine della Seconda guerra mondiale, vigente dal 1947 – vieta al gentil sesso l’ascesa al trono. Eppure ormai – secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’agenzia Kyodo News – circa l’80% dei giapponesi accetterebbe sia un’imperatrice regnante sia un/a monarca discendente da un membro della famiglia reale donna.
IL DIBATTITO
Dunque il Paese del Sol levante sta per sdoganare l’ascesa al trono imperiale di una donna e la successione matrilineare? Non esattamente, più semplicemente la società ha dimostrato di essere molto più avanti della politica. I conservatori del Partito liberal-democratico al governo sono infatti fortemente contrari tanto a un’imperatrice quanto alla discendenza matrilineare per ricoprire un incarico che ormai ha funzioni puramente cerimoniali. Dei 21 esperti (tra cui otto donne) ai quali si è rivolto l’esecutivo guidato da Yoshihide Suga, oltre il 60% si sarebbe (il condizionale è d’obbligo, perché i risultati non sono stati ancora ufficializzati) dichiarato completamente o parzialmente favorevole al cambiamento, anche se sarebbero pochi quelli che hanno raccomandato di procedere subito. Tra questi ultimi, la scrittrice Risa Wataya, per la quale è arrivato il momento di avere un’imperatrice regnante, ma comunque per successione patrilineare, e la disegnatrice di manga Machiko Satonaka, famosa per i suoi fumetti “girl power” su Cleopatra. La questione di come assicurare successioni stabili si è fatta più impellente da quando, un paio d’anni fa, l’ottantasettenne Akihito si dimise a causa della sua malattia, il primo a compiere un simile gesto negli ultimi duecento anni. La Legge sulla famiglia imperiale revoca lo status regale ai membri della monarchia che abbiano sposato dei comuni cittadini. E così la scelta del discendente di Naruhito sarà – in assenza di una riforma – molto ristretta: suo nipote, principe Hisahito (14 annni), suo fratello, il principe Akishino (55 anni), e il suo anziano zio, l’ottantacinquenne principe Hitachi. Soprattutto, se Hisahito non avrà figli maschi, c’è il rischio che si interrompa una linea dinastica iniziata oltre 2.600 anni fa, con la dea del sole Amaterasu.
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