La pandemia ha cambiato le abitudini, ha modificato gli stili di vita e soprattutto ha travolto il mondo del lavoro. C’è chi il vecchio mestiere l’ha perso, ma c’è anche chi non si è arreso, si è rimboccato le maniche e si è fatto venire un’idea per andare avanti. È il caso di Catarina Fernandes, una mamma di 35 anni, brasiliana di Belo Horizonte, separata, da 14 anni residente a San Giorgio a Cremano, la cittadina natale di Massimo Troisi, alle porte di Napoli. Aveva un’attività di stilista nel campo della moda mare, che andava bene. Poi il Covid, il lockdown, la fine del lavoro, le bollette da pagare, una ragazzina di 13 anni e un maschietto di 10 da mandare avanti, da sola. C’era motivo per disperarsi, per lasciarsi andare. Catarina non si è arresa e ha avuto un’idea: reinventarsi come rider per le consegne, andando incontro alle esigenze dei suoi concittadini, bloccati in casa dalle restrizioni e dalla paura del Covid. E ci ha visto lungo, perché ancor oggi, a un anno dal primo lockdown, le “Rider Girls” continuano a lavorare con successo. Un servizio di sole donne, spesso mamme come lei rimaste senza lavoro, che facendo squadra si sono rimesse in gioco. Un’attività completamente green, svolta da queste giovani amazzoni che vanno su e giù per San Giorgio e per i comuni limitrofi su monopattini o biciclette, per non inquinare ma anche per fare un po’ di attività fisica, visto che le palestre sono chiuse. Un’idea di successo che ha ricevuto anche il plauso del sindaco Giorgio Zinno. Basta una telefonata e arrivano le Rider Girls, con casacca rosa, sorrisi e occhi dolcissimi, per compere e commissioni.
IL CORAGGIO
«Spero che la mia storia possa dar coraggio a tante donne e aiutarle a risollevarsi da un momento così difficile», racconta Catarina, capelli nerissimi e accento del suo Paese. «Io sono arrivata in Italia per amore, mio marito faceva l’imprenditore, ci siamo conosciuti in Brasile. Abbiamo avuto due bambini, poi la nostra storia è finita e da qualche anno mi sono ritrovata sola, in un Paese in cui all’inizio ho fatto fatica a essere accettata in quanto straniera. Il primo lockdown è stato durissimo, ma non mi sono avvilita. Durante i mesi trascorsi in casa ho pensato a un lavoro che potesse conciliare i tempi della famiglia e allo stesso tempo che fosse utile ad aiutare altre donne nella mia condizione. Volevo lanciare un messaggio preciso: non possiamo stare a casa, ma dobbiamo darci da fare e in modo onesto. Così ho pensato alle necessità dei miei vicini: fare la spesa per la vecchietta che sta in casa ed è in difficoltà, portare un documento in un ufficio, fare la fila alla posta per chi non può. All’inizio sembrava quasi un gioco, ma poi è diventato un lavoro molto serio. Le Rider Girls hanno finito per occuparsi di ogni cosa, come la consegna dei pacchetti, i servizi di lavanderia e di farmacia, il pagamento delle utenze, il servizio di personal shopper. Adesso siamo in tre a lavorare in modo fisso, disponibili per tutta la giornata. Ma avendo più richieste pensiamo sicuramente di inserire molto presto altre rider». Per contattare Catarina e le sue amiche hanno attivato anche una: Rider Girls, ovviamente. «Lavoriamo tutti i giorni, spesso anche la domenica – spiega la mamma, in sella alla sua bici nera – Ci organizziamo in base agli impegni già presi, ma se ci richiedono consegne veloci riusciamo a esaudirle nel giro di un quarto d’ora. I prezzi? Dipendono dal tempo che impieghiamo per svolgere la commissione. Di solito partono da 3,50 euro fino a un massimo di 5».
L’EMPATIA
Catarina ha a cuore la parità di diritti e l’imprenditoria femminile. «Spesso a noi donne insegnano a stare a casa, a essere mantenute dai mariti, a fare le casalinghe per forza. Io ho vissuto questa condizione quando ero sposata, ma oggi da separata mi sono trovata con un mondo da affrontare in prima persona. Questo progetto mi ha aiutato e spero possa essere replicato e dare una mano a tante donne che si sentono come mi sentivo io». Un sorriso, nonostante la fatica del mestiere, non manca mai. «Può fare senz’altro bene, in un momento come questo. Una volta una vecchietta mi ha chiesto aiuto e quando le ho portato la spesa ci siamo scambiate a distanza un sorriso e ci siamo messe a parlare. Alla fine mi sono commossa, perché quella vecchietta non parlava con nessuno da giorni e io in quel momento rappresentavo per lei un’amica, una di famiglia, una speranza». Catarina immagina che questo suo nuovo lavoro non sparirà con la pandemia. «Ce ne sarà sempre bisogno. Io andrò avanti con le mie Riders. Il futuro? Mi piacerebbe dedicarmi alla beneficenza, destinando il mio tempo libero a un’associazione o alle tante persone che vivono nel disagio. Aiutare gli altri per me è sempre motivo di grande gioia. Mi dà una grande forza».
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