"Obbligati a crescere. Le donne fanno la differenza" è il titolo del webinar trasmesso in streaming sulle testate del gruppo Caltagirone Editore (Messaggero, Mattino, Gazzettino, Corriere Adriatico, Quotidiano di Puglia).
La strada per una reale parità di genere sul lavoro e nei diversi ambiti della società è ancora lunga, ma oggi è possibile fare un bilancio e notare la “differenza” quando la leadership è donna, in un contesto in cui l’effetto della crisi pandemica ha colpito in maniera gravissima l’occupazione femminile.
A discuterne saranno il sociologo Luca Ricolfi, Annamaria Furlan (Segretaria Generale CISL), Michel Martone (Professore ordinario di diritto del lavoro e relazioni industriali, Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma), Nunzia Ciardi (Direttore Polizia Postale). Spazio poi alle case history di Lia Rumma (gallerista) e Lucia Pica (Creative make up and colour designer). Ultimi interventi di Diana Bracco (Presidente e AD Gruppo Bracco) e Maria Pia Ammirati, Presidente Istituto Luce e Direttore Rai Fiction.
Hanno moderato la giornalista Maria Latella, Osvaldo De Paolini (Vicedirettore Vicario de Il Messaggero), Alvaro Moretti (Vicedirettore de Il Messaggero) e Federico Monga (Direttore de Il Mattino)
La giornata di studio è stata dedicata alla moglie e alle tre bambine di Luca Attanasio, l'ambasciatore italiano ucciso in Congo, in occasione dei funerali di Stato in corso nella Capitale.
RICOLFI
Per il sociologo Luca Ricolfi «le società avanzate sono 29 nel mondo, Paesi abbastanza ricchi e gestite da istituzioni democratiche. Sei di questi sono guidati da donne, tra cui la Germania della Merkel. Guidano paesi nei quali sono stati raggiunti grandi risultati nella gestione della pandemia. Mi sono interrogato sul perché. Di sicuro ci sono differenze di carattere culturale tra un premier che sia donna o uomo. Le donne sono più concrete se c'è da prendere decisioni». «Una donna per andare al comando deve superare ostacoli più grandi di un maschio – dice Ricolfi – Una managar a livello apicale è più preparata di un maschio perché c'è un meccanismo di selezione che porta al comando figure a cui sono richieste caratteristiche magari non richieste agli uomini». «Il livello di narcisismo nei maschi è più forte – ha sostenuto il sociologo – La loro tendenza è ad auto ingannarsi. Una donna, se c'è una situazione ambigua, la riconosce. Un maschio se la racconta. I governanti maschi durante l'epidemia si sono a lungo auto ingannati».
FURLAN
Annamaria Furlan (Segretaria Generale CISL) ha parlato di pandemia e occupazione. «I settori entrati più in crisi sono quelli con più alta presenza di occupazione femminile e giovanile. Questo accade in un Paese dove già prima della pandemia il tasso di occupazione delle donne era più basso di altri Paesi. Continuiamo a dirci che il basso tasso di occupazione femminile fa perdere punti di Pil al nostro Paese e non aiuta la crescita, oltre a creare profonde disuguaglianze. Dopo anni di analisi ora bisogna passare a prendere decisioni più concrete».
«Siamo un Paese che negli ultimi 15 anni ha tagliato alla Sanità. Tagli agli enti locali, tagli ai Comuni. Tagli ai Servizi e alla famiglia: non ci si stupisca che molte donne al secondo figlio devono rinunciare. Dobbiamo creare un Paese profondamente diverso. Abbiamo 300 miliardi da investire tra Recovery e altri fondi Europei. Tra le priorità inseriamo questo. Dobbiamo creare le giuste condizioni per migliorare le opportunità lavorative delle donne».
La pandemia, per la numero uno della Cisl, «ha colpito i settori produttivi a più alta occupazione femminile » e spesso «a più alta occupazione dei giovani» e sul fronte del lavoro femminile «c'è ancora molto da fare». «Continuiamo a dire che c'è un basso tasso occupazione femminile» e che questo «blocca la crescita, è ora di passare un po' a misure concrete». Riguardo ai Recovery Furlan ha sottolineato ancora: «Dobbiamo creare un Paese profondamente diverso e servono tanti miliardi, attraverso i Recovery e i Fondi Europei e nelle priorità dobbiamo inserire» servizi per sostenere il lavoro femminile, «creare le condizioni perché ci siano alcune priorità e io dico le donne ed i giovani siano la priorità».
Secondo Furlan per arginare le conseguenze dell'emergenza coronavirus «abbiamo bloccato i licenziamenti, ma non ci sono state azioni su chi aveva contratti a termine come i Co.Co.pro».
Ricordando i suoi anni alla guida del sindacato, che lascerà a marzo, Furlan indica come il risultato più importante, per l'occupazione femminile, sia il fatto che spesso «dove non è arrivato lo Stato è arrivata la contrattazione». «Abbiamo realizzato in questi anni tanti nidi aziendali, una cosa fondamentale», osserva Furlan. La segretaria ammette di avere anche rimpianti, «ogni cosa che non si riesce a fare – racconta – diventa un rimpianto, ma anche uno stimolo a riprendere e cercare di portare a casa il risultato». Cita poi, in particolare, «la dicotomia per cui le donne si laureano più degli uomini, hanno risultati universitari generalmente più alti, e però, alla fine, c'è la difficoltà di inserimento. Bene – aggiunge Furlan – su questo, io credo che l'indirizzo di mettere insieme il percorso formativo nel dialogo con l'impresa, aiuterà moltissimo soprattutto le ragazze e le donne».
MARTONE
Per Michel Martone «viviamo in un Paese dove c'è la copertura del 25% di asili nido quando in realtà dovrebbe essere del 60%, in cui ci sono pochi lavoratori che si occupano all'assistenza. Le donne vengono assunte, ma la maternità diventa dirompente nello sviluppo della loro carriera, perché la cura dei figli viene considerata di appannaggio della donna: una su 5 lascia il lavoro dopo il primo figlio. C'è un problema di interruzione della carriera». Per il docente il Recovery plan diventa quindi un'occasione importante per implementare i servizi di "cura" agevolando di conseguenza anche l'occupazione femminile. Quindi il riferimento al lavoro agile: «Lo smart working porterà gli uomini a stare di più a casa con i figli. Quando il lavoro si svolge a distanza aiuta a combattere l'emarginazione delle donne».
CIARDI
Nunzia Ciardi (Direttore Polizia Postale): «Le donne sulla rete pagano il prezzo più alto. E durante questa pandemia sono cresciuti i reati d'odio contro le donne. E incide molto il senso di impunità che si respira in rete. E c'è anche un allentamento dei freni inibitori dovuti alla frapposizione di un display tra noi e la realtà». Quest'anno i casi trattati di pedopornografia sono aumentati del 130%, ha sottolineato Ciardi, citando un esempio dell'attività di contrasto messa in atto dalla Postale. «Sono convinta che da quando le donne sono entrate in Polizia abbiano completato e integrato una cultura di una declinazione diversa dell'essere che ha migliorato l'ambiente – sostiene Ciardi parlando della presenza femminile nel corpo – Una ricchezza messa nell'organizzazione».
CASE HISTORY
Spazio poi alle case history di due donne del Sud, Lia Rumma (gallerista) e Lucia Pica (Creative make up and colour designer). Storie ed esperienze di successo che raccontano come "La creatività è donna". «Nella mia carriera – dice Rumma raccontando la sua storia – ho notato che si va avanti con le proprie differenze, le proprie capacità. Con gli artisti la sensibilità della donna può essere d'aiuto, abbiamo una "mobilità" che in questo settore ha la sua funzionalità». «Napoli – ha raccontato Pica – mi ha insegnato a decifrare le situazioni. Intuizioni che mi hanno aiutato nell'esperienza a Londra».
BRACCO
Diana Bracco (Presidente e AD Gruppo Bracco), ha parlato del B20, il G20 Business Summit organizzato con la regia di Confindustria in coincidenza con la prima presidenza italiana del G20. Lobiettivo, ha detto, è «elaborare degli argomenti concreti e portarli all'attenzione della politica». Bisogna riuscire a mandare avanti le aziende, quelle del turismo, quelle della sanità – ha aggiunto – e su queste spingere l'occupazione femminile». Quindi un appello alla ministra Messa. «Ho un'inclinazione per la ricerca. Il tema su cui dibattere è quello sulle competenze. Da questo bisogna costruire la crescita e il "salire" al vertice della piramide da parte delle donne. Il settore della ricerca è alla base di questo discorso».
AMMIRATI
Ultimo intervento è stato quello di Maria Pia Ammirati, Presidente Istituto Luce e Direttore Rai Fiction che ha parlato del presente e delle prospettive della produzione e del pubblico. «Perché le donne funzionano tanto in televisione? Hanno una ricchezza di aspetti molto più accentuate rispetto ai colleghi uomini. La loro presenza è molto cresciuta negli ultimi tempi. Non soltanto nella carriera in sé, ma nella passione nel lavoro. La passione è il primo elemento costruttivo per le carriere».