Donne che lottano per la parità di genere, su palco o set, come protagoniste di film e serie. E, non di rado, per le stesse ragioni, battagliano dietro le quinte. C’è stata anche la scena – tra ciò che si mostra e ciò che non si vede – ieri, tra i temi del webinar di MoltoDonna Rovesciare gli stereotipi, moderato da Alvaro Moretti, vicedirettore del Messaggero, e da Alessandra Spinelli, responsabile degli inserti Molto. A raccontarsi, in due incontri ad hoc, Ludovica Martino, coprotagonista del film Il mio posto è qui, in uscita il 25 aprile, e Sara Drago, che è nel cast delle serie Call My Agent e Imma Tataranni.
LA LEZIONE
Ambientato negli anni Quaranta,Il mio posto è qui racconta la storia di Marta, ragazza madre in un paesino della Calabria, che emarginata anche dalla famiglia, trova nel lavoro il suo riscatto. «Vorrei dire di non aver guardato al presente per il ruolo ma basta aprire i giornali per trovare ogni giorno storie di sopraffazione ai danni delle donne – ha detto Ludovica Martino – Qui non è un uomo a salvare la protagonista, ma un’altra donna, che insegnandole a dattilografare, le assicura un mestiere». E la possibilità di essere indipendente. Una lezione importante. «Mia madre mi ha educato a mettere me stessa prima di un uomo, a chiedermi se sono davvero felice in una situazione, a comprendere cosa voglio. Può sembrare individualismo ma ci dona valore come persone». Ed è proprio quella della libertà – anche dal mito del principe azzurro – la storia che le giovani vogliono ascoltare.
LE NUOVE GENERAZIONI
«In Call My Agent, il mio personaggio, Lea – ha raccontato Sara Drago – è forte, volitiva, aggressiva in modo sano, anche se talvolta esagera e passa sopra ai sentimenti, perfino ai propri». La sua determinazione conquista. «Lea piace a tante bambine, forse perché spacca tutto ed è lontana dal cliché del principe azzurro da aspettare». Le nuove generazioni, dunque, vogliono un mondo nuovo. E la sua costruzione passa, inevitabilmente, anche per l’immaginario creato da scenari e modelli televisivi. «Imma Tataranni è una serie importante e ha un nome di donna. La protagonista non è raccontata come madre, moglie e via dicendo. Ha un’identità forte. Alle giovani direi: studiate, appassionatevi, cercate quello che vi piace, chiudete le porte di quello che non volete». E Ludovica Martino: «A 27 anni, sento le classiche domande: quando ti sposi, quando avrai dei figli? In un mondo in cui siamo sottoposte a tante pressioni, io oggi cerco di ascoltarmi di più».