Innovazione, per modalità di lavoro ma anche dialogo con il consumatore. Tradizione, nel rispetto di storia ed eccellenze del territorio. Multifunzionalità.
È una vera rivoluzione “rosa” quella in atto nel mondo dell’agricoltura. Crescono i numeri delle imprenditrici, salgono pure quelli delle lavoratrici, cambiano i ruoli, i mezzi, le prospettive. A livello globale, è una donna su tre a essere impiegata nel settore agricolo. E il 15 ottobre si celebra la giornata mondiale delle donne rurali, istituita dall’Onu come riconoscimento del ruolo chiave delle figure femminili nella promozione dello sviluppo rurale e agricolo. In Italia, secondo i dati Unioncamere 2020, sono 207mila le imprenditrici agricole. Non solo. Il 40% dell’intera forza lavoro è costituita da donne.
LA RETE
La trasformazione del comparto passa anche per il web. “Dal campo alla tavola” è la prima piattaforma di e-commerce, senza intermediazione della grande distribuzione, dedicata agli agricoltori italiani su tutto il territorio nazionale, inclusi dunque i produttori più piccoli, attivi in territori montani o isolati, insomma meno facilmente accessibili e che non potrebbero permettersi di gestire da soli un servizio e-commerce. A lanciarla, Cia – Agricoltori italiani con JpMorgan Chase Foundation. Nata durante la pandemia per aiutare le imprese nella vendita online dei prodotti agroalimentari, la piattaforma ha in realtà lanciato un trend. Nel 2020 si è registrato un aumento del 134% nelle vendite di food online, con picchi del 300% tra marzo e aprile e del 183% nelle feste natalizie. Per il 2021 si stima una crescita del 45%. Protagoniste di questa trasformazione digitale, proprio le donne. Tra le 400 aziende sul portale Cia, circa 150 sono a conduzione femminile, con un aumento del 50% rispetto al peso delle donne nell’agricoltura. «Il trend delle imprese agricole a conduzione femminile è in rialzo – spiega Claudia Merlino, direttore generale dell’associazione Cia – Sono state le imprenditrici i primi soggetti a comprendere i vantaggi dell’innovazione. È accaduto così nel portale e, a breve, lanceremo e la sezione agridelivery, per la vendita dell’ortofrutta. Un sistema di geolocalizzazione consentirà all’utente di trovare la più vicina azienda agricola adatta alle sue esigenze, consentendogli di ricevere a casa, freschissimo, il prodotto che cerca». Beatrice Tortora, imprenditrice agricola ad Abbateggio, all’interno del parco Nazionale della Majella, e vicepresidente nazionale La Spesa in Campagna-Cia, punta sulla Rete per il domani del settore: «La gestione dell’e-commerce ha costi non sostenibili da tutti i produttori, l’idea di una piattaforma ad hoc consente anche di far conoscere le differenti realtà e tradizioni. Molti clienti poi vengono in agriturismo a fare le vacanze. Io dico “Filiera corta, amicizia lunga”, perché si crea un vero rapporto tra produttore e consumatore». L’innovazione non passa solo per il web, ma, in generale, per la creatività. «L’agricoltura – prosegue Merlino – è diventata multifunzionale, la base produttiva rimane primaria ma sono state implementati altri modi di stare sul mercato, tra agriturismi, fattorie didattiche, percorsi concordati con le scuole, agricatering, agritessuti. E anche questo ambito è stato sviluppato, in primis, dalle donne, in generale più propense all’innovazione. Il settore agricolo offre possibilità importanti per l’occupazione femminile». Stando agli ultimi dati Istat, gli agriturismi in Italia sono oltre 24mila, precisamente 24.576. Le aziende di tale tipo, a conduzione femminile, sono il 35%. Nel Sud il dato sale al 46,8%. Gli agriturismi con fattorie didattiche gestiti da donne sono aumentati del 56% dal 2019 al 2011. Complessivamente, le fattorie didattiche, con e senza agriturismi, sono 3.200. Ognuno con la sua storia e le sue “visioni”. «Il nostro agriturismo si fonda sulla memoria, recuperiamo semenze antiche, ricette e pratiche agronomiche dimenticate – racconta Fabiana Renzo, amministratrice di Sante Le Muse, nel comune di Salve, in provincia di Lecce – È nato come vero e proprio progetto culturale: è un luogo in cui si viene per assaggiare piatti, partecipare a laboratori tematici, anche per le scuole. La risposta è ottima. Durante il lockdown, famiglie e scuole ci hanno chiesto di continuare le attività, lo abbiamo fatto a distanza».
LO SVILUPPO
I risultati di questi nuovi approcci si vedono in più ambiti. L’interesse cresce pure a livello giovanile. «C’è un forte ritorno all’agricoltura da parte delle più giovani – commenta Floriana Fanizza, responsabile Donne Impresa Coldiretti – Probabilmente deriva dal fatto che il settore pare offrire un futuro certo. L’agricoltura risponde quasi all’autosufficienza familiare. Oggi, inoltre, è 4.0. C’è largo uso della tecnologia per gestire il lavoro. Può bastare lo smartphone per controllare gli animali in stalla. E c’è grande attenzione al bio, all’educazione, all’agricoltura sociale. Si va dagli agriasilo ai percorsi rurali di pet therapy, agli orti didattici e molto altro». Le donne sono al centro anche della prima rete nazionale delle fattorie sociali di Coldiretti per sostenere famiglie in difficoltà, anziani, bambini, disabili e fasce più disagiate della popolazione, dai primi centri estivi rurali per bambini agli agriospizi per anziani. Il futuro del settore è “rosa”.